La sigla DSP sta per Digital Signal Processor. Si tratta di un processore ideato dalla INTEL alla fine degli anni settanta e perfezionato successivamente dalla Texas Instruments, in grado di porre in essere numerosi interventi nei confronti di uno o più sorgenti audio che riceve in ingresso. Questo apparato elettronico dapprima opera una conversione del segnale analogico, rendendolo digitale. Su di esso poi esegue i compiti più diversi. Infine trasforma di nuovo il segnale, al fine di restituirlo conforme per la trasmissione verso un’altra apparecchiatura. L’applicazione del DSP non è da ritenersi esclusiva nell’ambito della elaborazione di segnali audio, in quanto il suo utilizzo è assai diffuso anche nel contesto dell’automazione industriale e della medicina.
Il processore nei casi in cui venga utilizzato per la trasformazione del suono, mette in atto degli interventi capillari, principalmente sotto il profilo dell’equalizzazione, della compressione, del delay e dell’espansione. La sofisticazione del sistema è davvero notevole ed il fatto che operi in una dimensione completamente digitale, gli permette di ottenere dei risultati non indifferenti. Innanzitutto il segnale, durante i processi di modifica, non è sottoposto a particolari fenomeni di distorsione. C’è poi da considerare che su di esso si possono effettuare delle regolazioni estremamente precise, anche nei casi in cui si ha a che fare con entità sonore complesse. Infine la componentistica del processore è di qualità elevata e la sua azione si svolge in uno spazio minimo. Queste condizioni favorevoli permettono al DSP e all’eventuale apparecchiatura che l’accoglie, di non incorrere in problematiche relative alla dissipazione del calore prodotto.
Il funzionamento del DSP
Il DSP, come si è accennato in precedenza, pone in essere diverse attività. La sua prima azione comprende una conversione del segnale ricevuto in ingresso, che viene trasformato in digitale. Dopodiché il processore realizza tutte le elaborazioni sul segnale audio che si vogliono provocare. Viene infine compiuta una nuova commutazione del segnale, che viene reso analogico, per poi essere rilasciato in uscita. Solitamente i dati che entrano in un DSP sono campionature provenienti da una DAW, che si riferisce ad un sistema elettronico dedicato alla registrazione e al montaggio del suono digitale. Mentre nelle ipotesi in cui il processore sia inserito in un amplificatore, le due entità sono in grado di agire assieme e dare vita in modo correlato a tutte le applicazioni finalizzate al miglioramento nonché all’amplificazione del segnale.
Il DSP è integrabile ai dispositivi in due modi. Il primo comprende l’utilizzo delle cosiddette schede acceleratrici, che contengono il processore oltre ad essere provviste di un cavo di collegamento. L’aggiunta è secondariamente possibile mediante l’uso di schede audio con DSP, le quali permettono un genere di interazione più complessa, fra il processore, una scheda audio evoluta ed il computer.
I processori DSP sono concepiti per svolgere simultaneamente delle funzioni che altrimenti richiederebbero l’uso di determinati dispositivi. Le prestazioni di questi apparati sono ovviamente sorprendenti. A seconda delle necessità che si hanno sono presenti sul mercato dei modelli differenti. Il genere più semplice possiede un ingresso ed un’uscita, entrambi analogici. Mentre i DSP più complessi sono dotati di diverse opportunità, sia in uscita sia in entrata, alcune delle quali possono risultare come connessioni digitali. L’elevata sofisticazione di questi congegni permette loro di gestire con rapidità e allo stesso tempo funzioni differenti, ottenendo il più delle volte risultati rilevanti.
In generale i processori si possono dividere in due grandi categorie. L’una concepita per dare vita a funzioni generali. L’altra invece destinata ad offrire delle prestazioni specifiche e dedicata a chi pretende di realizzare dei progetti più peculiari. In ogni caso l’impiego del processore consente delle opportunità illimitate, poiché permette di collegare diverse apparecchiature e di esaltarne le caratteristiche. Va sottolineato tuttavia che un DSP universale necessita di una conoscenza piuttosto approfondita delle sue potenzialità e quindi dei vari comparti su cui è possibile agire. Poiché le opportunità sono numerose e nel caso non si abbiano le idee sufficientemente chiare si rischierebbe di disperdere l’obiettivo finale del progetto.
Gli amplificatori con il DSP
Gli amplificatori con il DSP sono apparecchiature digitali che si avvalgono del processore per l’elaborazione del segnale. Nella maggior parte dei casi sono congegni dotati di un’interfaccia su cui è possibile selezionare le impostazioni. All’interno di un classico sistema di accrescimento sonoro è quindi possibile coinvolgere le diverse applicazioni di cui è provvisto il DSP. La complessità di questi sistemi li rende altamente versatili, oltre a permettergli di migliorare le prestazioni degli altoparlanti qualora non possedessero delle qualità adeguate.
Amplificatori del genere sono costituiti da circuiti digitali. Questo aspetto consente loro di ostentare un notevole rendimento e di non provocare un eccessivo riscaldamento dei componenti più delicati. Le dimensioni sono ridotte rispetto ai modelli tradizionali di amplificatore e li rende conformi ad un agevole utilizzo, anche in ragione del fatto che i segnali digitali possono essere modificati fuori linea.